Torino, 12 settembre 2024 COMUNICATO STAMPA n. 7/2024 DAL PUNTO DI VISTA «BIOETICO» LE RAGIONI A DIFESA DEL MINISTRO SANGIULIANO RIVELANO IL FALLIMENTO DEL PROGRAMMA ETICO-CULTURALE DEL GOVERNO MELONI
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ABORTO A due anni dalla Sentenza Dobbs
È ON LINE la registrazione del Convegno online: “Aborto. A due anni dalla Sentenza Dobbs”. Organizzato dal Master in Bioetica, Pluralismo e Consulenza Etica dell’Università di Torino, dall’Insegnamento di Biodiritto del Corso di laurea in Scienze Politiche e di Governo dell’Università di Milano e dalla Consulta di Bioetica Onlus di Venerdì 21 Giugno 2024
Aborto. L’affermazione della “salute riproduttiva” e dei “diritti riproduttivi” alla base della richiesta di ripensamento della 194
Nei 45 anni trascorsi dall’approvazione della legge 194/78 tanto è cambiato e tanti sono stati i progressi scientifici che, intrecciati a cambiamenti della sensibilità etica, hanno portato all’affermazione dei “diritti riproduttivi”. Mentre da noi in Italia si continua a ripetere che circa il controllo della riproduzione non c’è nulla da cambiare e che tutto va bene com’è. Rimanere fermi quando tutto procede è come tornare indietro.
Andare oltre la “pax italica” sull’aborto.
L’articolo di Maurizio Mori uscito su Studi e Analisi di Quotidiano Sanità del 25 settembre.
L’attuale “pax italica” sull’aborto appare un po’ strana e problematica. Mentre in tutto il mondo si è andati avanti riconoscendo i diritti riproduttivi che assegnano alle persone la sovranità sulle facoltà riproduttive, da noi ancora si discute su come meglio bilanciare i diritti della donna con quelli presunti del concepito. Restare fermi, quando tutto va avanti, è come arretrare. Il 28 settembre a Roma un convegno su come “allargare” i diritti riproduttivi
Comunicato Stampa: BILANCIO DELLA SENTENZA DOBBS SULL’ABORTO DOPO UN ANNO
Torino, 23 giugno 2023 COMUNICATO STAMPA n. 6/2023 24 GIUGNO 2023, BILANCIO DELLA SENTENZA DOBBS SULL’ABORTO DOPO UN ANNO: UN FALLIMENTO IMBARAZZANTE CHE SVUOTA LA PROSPETTIVA PRO-LIFE. Un anno fa, il 24 giugno 2022, con la sentenza Dobbs vs Wade la Corte suprema ha rimandato ai singoli Stati americani il compito di decidere sull’aborto, cancellando la sentenza Roe vs Wade del 22 gennaio 1973 che per 49 anni, 5 mesi e 2 giorni ha garantito a tutte le donne americane il diritto all’aborto su base costituzionale. Al di là delle numerose manifestazioni pubbliche, alcune accompagnate da disordini che hanno fortemente diviso il paese, la sentenza Dobbs è presentata dai pro-life come un evento “niente meno che miracoloso” (Freiburger), che avrebbe “trasformato la nazione” (Dannenfelser) avvantaggiando la cultura della vita e bloccando la cultura della morte, e evitato circa 60.000 aborti (Marco Rubio). Insomma, da parte pro-life il bilancio della Dobbs è di gran lunga positivo, pur nella consapevolezza che ha segnato “la fine di un inizio” dal momento che l’aborto è stato fortemente limitato o pressoché vietato solo in 14 Stati su 50: anche i pro-life riconoscono che c’è quindi ancora molta strada da fare per arrivare all’obiettivo di evitare l’aborto. In realtà, togliendo la decisione sull’aborto alla Corte suprema (i giudici costituzionali) e ridando la parola agli elettori, la Dobbs si sta rivelando una vittoria di Pirro che si ritorce contro la stessa prospettiva pro-life: sorge il dubbio che i toni trionfali siano usati per mascherare oggettive difficoltà. Queste diventano palesi quando si considera che: In 36 Stati l’aborto è ancora largamente permesso; 8 Stati hanno modificato la legge, ammettendo l’aborto fino alla nascita; 4 Stati hanno inserito il diritto di aborto nella propria Costituzione (e altri lo stanno facendo); I pro-life stessi chiedono che si approvi una legge federali che proibisca l’aborto dopo la 15a settimana, lasciando aperta la possibilità ai singoli Stati di avere leggi più restrittive; I Democratici, dal canto loro, vogliono una legge federale che ammetta l’aborto con larghezza o anche fino alla nascita; Dal gennaio scorso, pur tra aspri contrasti, la RU-486 può essere recapitata per posta, così che entro le 10 settimane c’è l’aborto libero. La Corte suprema sta decidendo se vietare la distribuzione per posta negli Stati in cui l’aborto è vietato Quelli ricordati sono alcuni dei principali effetti sollecitati dalla Dobbs, che si è limitata a rendere molto più difficile l’aborto in 14 Stati, senza però affatto abolirlo nella nazione: ha creato gravissime difficoltà a circa 30 milioni di donne ma, dopo le elezioni di medio termine del novembre 2022, anche la “Susan B. Anthony Pro-Life America” (SBA), una delle maggiori associazioni pro-life degli Usa, chiede ai candidati alla Presidenza di promuovere una legge federale che ponga il limite delle 15 settimane, “che è un limite molto molto modesto […] se non s’impegnano a questo non avranno il sostegno della SBA” (Dannenfelser). A leggere queste dichiarazioni viene da dire che la Dobbs è stata è stata davvero “miracolosa”, ma in senso opposto a quello declamato dai pro-life. Infatti, ha qualcosa di “miracoloso” che i pro-life stessi propongano di ammettere l’aborto entro il limite delle 15 settimane. Accettato questo, il nucleo della proposta pro-life è svuotata dai suoi stessi proponenti. Ancor più interessante è che i pro-life sono giunti a questo risultato perché, senza questo limite delle 15 settimane, i possibili candidati alla Presidenza non sarebbero eletti: segno che pur dopo le tante dichiarazioni sulla “nuova giovane generazione pro-life” i cittadini e le cittadine non rinunciano al diritto di aborto. Quanto detto conferma che la Dobbs si è rivelata un fallimento imbarazzante per i pro-life, che forse speravano in una “riscossa popolare” contro l’aborto che invece non c’è proprio stata. Anzi, la reazione popolare è stata a favore della prospettiva opposta, la pro-choice che è fortemente sostenuta dall’Amministrazione americana, democratica, la quale dopo la Dobbs ha peraltro intensificato l’impegno perché l’Onu approvi l’aborto come nuovo diritto umano. Diverse fonti danno per ormai assodato che entro la fine del 2023 l’Onu includerà i “diritti riproduttivi” tra i diritti umani: questo passo certificherà il fallimento totale della Dobbs. Questo è il breve bilancio che può essere fatto nel primo anniversario della sentenza. Maurizio Mori Presidente
Sesso e pregiudizio, risposte non banali a domande comuni: contraccezione e aborto senza tabù
Su Quotidiano Italiano di oggi, 8 marzo, Giuliana Vendola propone le sei video-interviste limpide, senza filtri, né sconti alla ginecologa Anna Pompili su educazione sessuale a scuola, metodi contraccettivi, innovazioni e leggi nel campo della salute sessuale e riproduttiva in Italia e nel mondo, diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e i pericoli rappresentati dalle politiche antiabortiste.
Comunicato stampa: SUI TEMI BIOETICI AVANZANO I DIRITTI UMANI
Torino, 10 dicembre 2022 COMUNICATO STAMPA n. 12/2022 SUI TEMI BIOETICI AVANZANO I DIRITTI UMANI: Sul matrimonio paritario in USA e sull’aborto in Francia, Spagna e Malta. SOLO IN ITALIA L’ONDA REAZIONARIA?!? Oggi, 10 dicembre 2022 ricorre il 74° anniversario della proclamazione dei diritti dell’uomo, giorno quest’anno dedicato al tema: “Dignità, libertà e giustizia per tutti”. Al riguardo ci sono eventi importanti come quelli in Iran, in Ucraina e in altre parti del mondo riguardanti i diritti umani alla base della socialità.
Aborto e legge 194, la bioeticista Caterina Botti: “Via obiezione di coscienza. Politiche nataliste sulla pelle delle donne”
La violenza contro le donne è un pozzo pesto senza fondo. Quel “buco nero” è tappezzato di libertà monche come il diritto all’aborto, sancito in Italia dalla legge 194 del 1978, ma minato dall’obiezione di coscienza. Ne abbiamo discusso con Caterina Botti, docente di Filosofia morale all’Università La Sapienza di Roma. L’articolo di Giuliana Vendola su Quotidiano Italiano
Comunicato stampa: LA DEMOCRAZIA SI FONDA SUL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI!
Bologna, 3 ottobre 2022 COMUNICATO STAMPA 7/2022 LA DEMOCRAZIA SI FONDA SUL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI! ANCHE AMMETTENDO CHE L’ABORTO NON SIA UN DIRITTO, LA PROPOSTA DI ISTITUIRE “SPORTELLI PRO-VITA” NEI REPARTI DOVE SI ATTUA L’ABORTO È UNA CHIARA VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI NON ESSERE COARTATI NELLA LIBERA SCELTA GARANTITA DALLA L. 194/78 Apprendiamo che in Regione Liguria la coalizione vincitrice alle elezioni politiche ha già subito avanzato una proposta di legge per l’istituzione degli “Sportelli pro vita in ogni ospedale della regione in cui si eseguono interruzioni di gravidanza”. Ciò significa in pratica che ogni donna richiedente l’aborto dovrà superare un particolare “esame” teso a verificare le ragioni di tale scelte e altri aspetti della questione. Non entriamo qui nella disputa se l’aborto sia o no un “diritto” della donna, perché in ogni caso la proposta di legge ricordata è particolarmente odiosa perché offende la privacy della donna stessa: quando una donna arriva alla scelta, ha già valutato le diverse opzioni e non ha affatto bisogno di essere ulteriormente “aiutata” al riguardo: “aiuto” che alla fine comporta (se va bene) una qualche forma di colpevolizzazione o anche di coartazione della scelta. Riconosciamo che il voto democratico orienti le scelte politiche in modo significativo al punto da cambiare anche alcuni stili di vita, ma non può intaccare i diritti fondamentali come quello circa la libera scelta se interrompere o continuare una gravidanza garantito dalla legge 194/78. È preoccupante dover rilevare come subito all’indomani del voto, già si sia cominciato con proposte in netto contrasto coi diritti fondamentali acquisiti e garantiti della L. 194/78. Il Parlamento sovrano ha la facoltà di modificare o abolire la Legge, ove questa fosse carente o inadatta: ma è scorretto intervenire con misure che violano la libertà di scelta della donna. La Consulta di Bioetica auspica che tentativi così pacchiani di violazione dei diritti elementari delle donne vengano ritirati subito, e che non siano ripetuti in altri ambiti. Carlo Bulletti Corrado Melega Consulta di Bioetica, Sezione di Bologna
Comunicato stampa: ANCHE LA REPUBBLICA DI SAN MARINO LEGALIZZA L’ABORTO
Torino, 5 settembre 2022 COMUNICATO STAMPA 6-2022 ANCHE LA REPUBBLICA DI SAN MARINO LEGALIZZA L’ABORTO: I DIRITTI RIPRODUTTIVI CRESCONO. E L’ITALIA CHE ASPETTA A MIGLIORARE LA 194/78? Nel giugno scorso la sentenza Dobbs della Corte Suprema americana ha de-costituzionalizzato il diritto di aborto negli Stati Uniti rimandando ai singoli Stati dell’unione la decisione al riguardo, ma nel mondo l’affermazione dei “diritti riproduttivi” è in continua crescita ed è facile che presto se ne avranno conferme ufficiali. Un ulteriore passo nella direzione indicata è stato compiuto dalla Repubblica di San Marino, che il 31 agosto 2022 con 32 voti a favore, 7 contrari, 10 astenuti (e 11 assenti) ha approvato una legge che consente l’aborto (sia farmacologico che chirurgico) fino alla 12a settimana “senza obbligo di fornire alcuna motivazione”, e dopo tale periodo solo ove vi sia pericolo di vita per la donna o anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna, senza alcuna specificazione del termine ultimo. C’è l’obbligo di un passaggio in via telematica o fisica in consultorio, ma anche l’obbligo della struttura sanitaria di garantire il servizio anche attivando appositi contratti con non-obiettori, così da limitare l’eventuale impatto dell’obiezione di coscienza. Inoltre, è stato cassato un emendamento che avrebbe portato a considerare l’aborto come scelta “in estrema ratio” per riaffermare con forza l’autodeterminazione della donna. San Marino è un piccolo Stato, ma significativo è il fatto che lo scorso anno (settembre 2021) in un Referendum sul tema il 77,30% dei votanti (14.559) si sia espresso a favore dell’aborto: risultato che ha sorpreso anche il vescovo di San Marino Andrea Turazzi: “Francamente non mi aspettavo un esito così clamorosamente sbilanciato”. Quel voto che ora ha preso corpo in una legge avanzata e ben congegnata. Viene da chiedersi se anche da noi, in Italia, non sia giunto il tempo di migliorare l’esercizio dei diritti riproduttivi almeno trovando forme per contrastare le difficoltà create dall’obiezione di coscienza. Maurizio Mori Presidente Leggi anche l’articolo di Giuliana Vendola uscito su Il Quotidiano Italiano