Il Buon Medico non obietta

Nel dibattito sull’obiezione di coscienza non viene quasi mai messo in discussione il principio che gli operatori sanitari possano rivendicare un  diritto all’obiezione di coscienza. La premessa è che una società liberale dovrebbe consentire ai propri cittadini di vivere in maniera conforme ai  propri valori e di veder rispettata la propria autonomia. La conclusione è che un medico che non riconosce l’accettabilità morale dell’interruzione di gravidanza dovrebbe avere sempre il diritto di non praticarla. Tuttavia, il fatto di difendere il valore dell’autonomia e della libertà personale non comporta necessariamente l’accettazione del diritto all’obiezione di coscienza. Non c’è contraddizione del resto nell’affermare che l’autonomia e l’integrità rappresentano valori irrinunciabili e sostenere che per promuovere il benessere generale e la tutela dei diritti fondamentali dei singoli cittadini (ad es. alla salute) è giusto che lo stato limiti gli spazi di scelta dei singoli all’interno delle professioni. Lo scenario ideale sarebbe quello di trovare una soluzione che permetta di conciliare il diritto alla salute e l’autonomia del paziente con quella del medico.

Dobbiamo prendere atto, però, che la ricerca di questa soluzione ideale è fallita. I ginecologi obiettori sono ormai più dell’80% e l’obiezione di coscienza cresce anche tra gli anestesisti e le ostetriche superando ormai abbondantemente il 50 % e per le donne diventano ogni giorno più difficile riuscire a interrompere la gravidanza. È arrivato il momento di scegliere se tutelare l’autonomia del professionista sanitario (e quindi, del ginecologo, dell’anestesista o dell’ostetrica) oppure schierarsi dalla parte delle donne e della loro battaglia per la libertà e i diritti.

La Consulta di Bioetica Onlus ha scelto e il 6 giugno 2012 ha lanciato in tutta Italia la Campagna contro l’obiezione di coscienza “IL BUON MEDICO NON OBIETTA. RISPETTA LA SCELTA DELLA DONNE DI INTERROMPERE LA GRAVIDANZA”. Il lancio della Campagna è avvenuto il 6 giugno 2012 a Firenze al termine di un Convegno organizzato dalla sezione fiorentina della Consulta di Bioetica. In contemporanea si sono svolti eventi e incontri promossi dalla stessa Consulta e da altre associazioni.
La Campagna nasce con due obiettivi: da una parte, incoraggiare un dibattito pubblico sulla legittimità del diritto all’obiezione di coscienza a più di trentanni dall’approvazione della legge sull’interruzione di gravidanza e, dall’altra, rendere più chiaro che il buon medico non è quello che non pratica le interruzioni di gravidanze, ma quello che sta vicino alla donna e non la lascia sola in un momento difficile.

Ad un anno dal lancio della Campagna “Il buon medico non obietta”, il 6 giugno 2013 la Consulta di Bioetica ha organizzato a Roma un Convegno nazionale per dare continuità alla Campagna e avanzare una proposta concreta. Obiettivo del Convegno è infatti mettere a confronto le ragioni pro e contro l’obiezione di coscienza all’interruzione di gravidanza, facendo emergere che su questo tema esistono ormai posizioni diverse, inclusa quella che, con ragioni e argomenti, contesta il presunto diritto morale dell’operatore all’obiezione di coscienza all’interruzione volontaria di gravidanza. Nel 2013, visto che l’idea che prima sembrava improponibile ha assunto grande rispettabilità al punto da essere sottoposta alla pubblica discussione in Parlamento, per sollecitare una risposta istituzionale, la Consulta di Bioetica ha elaborato una proposta concreta e operativa, sostenendo che i medici e gli operatori sanitari che iniziano ora l’attività professionale nelle strutture pubbliche non hanno titolo di obiettare.

Documenti da scaricare

Manifesto contro l’obiezione di coscienza

Comunicato e Proposta 2013