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La chiusura dell’Istituto Camillianum. Colpevole di apertura al mondo laico? – di Luca Benci

2 Ottobre 2018 Segreteria Bioetica

Seguendo la linea pastorale inaugurata da papa Francesco, il Camillianum ha pensato di dialogare in modo strutturato con la cultura laica con l’obiettivo di arrivare all’elaborazione di prospettive bioetiche aperte al pluralismo etico e adatte ai tempi nuovi, che informino anche la pastorale sanitaria. Il Superiore Generale dei Camilliani decide improvvisamente la sua chiusura. Chiusura da imputare alle aperture operate sul mondo laico?

 

02 OTT – Il dibattito bioetico trova da sempre una forte contrapposizione tra gli orientamenti laici e cattolici. Il dialogo tra questi due mondi è sempre stato difficile e problematico, quando talvolta impossibile. Valori morali di fondo diversi, analisi diverse, conclusioni agli antipodi. In questi ultimi anni, caratterizzati dal papato di Francesco, si erano registrate una serie di significative aperture verso il mondo laico.

Uno dei più autorevoli istituti universitari cattolici nel mondo, l’unico a occuparsi di teologia pastorale sanitaria, in questi anni ha operato un costante rapporto dialogico proprio con il mondo laico che è sfociato in un “documento di sintesi” su uno degli argomenti più caldi della contrapposizione laici/cattolici: la gestione umana della generazione e della riproduzione.

Vedere in un unico documento le firme di autorevoli studiosi cattolici – Palma Sgreccia, Elio Sgreccia e Francesco D’Agostino tra tutti – e autorevoli studiosi laici come Maurizio Mori, Pierluigi Donatelli, Demetrio Neri e Emilio D’Orazio non può non colpire per novità e originalità di approfondimento.


Si scoprono convergenze e non si nascondono diversità, in primis sul ruolo della contraccezione. Il dialogo, però, era avviato fino a progettare un master gestito in modo paritetetico tra la cattedra “laica” dell’Università di Torino e l’Istituto Camillianum.

Seguendo la linea pastorale inaugurata da papa Francesco, il Camillianum ha pensato di dialogare in modo strutturato con la cultura laica con l’obiettivo di arrivare all’elaborazione di prospettive bioetiche aperte al pluralismo etico e adatte ai tempi nuovi, che informino anche la pastorale sanitaria.

Il Camillianum è un Istituto di alta cultura, con un corpo docente di alto livello, con studenti provenienti da tutti i continenti, con una biblioteca specializzata forse unica al mondo. L’apertura al dialogo e la ricerca di elaborazione di aggiornate prospettive bioetiche è un fatto degno di rilievo se non epocale.

A fronte di queste novità rilevanti arriva la classica doccia fredda: per decisione del Superiore Generale dei Camilliani – vera e propria holding che gestisce anche molti ospedali in tutto il mondo e da cui dipende l’Istituto universitario dei Camilliani – sembra si sia decisa improvvisamente la chiusura come reso noto recentemente da La Stampa.

Oltre allo sconcerto che accompagna la chiusura di una autorevole istituzione – cattolica e dialogante – di altissima cultura sorge spontanea la domanda sulle motivazioni di una decisione così repentina che non trova giustificazioni razionali. La citazione, a questo punto, sembra d’obbligo, anche per la vicinanza storica del suo autore al mondo di oltretevere: “a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina” (Giulio Andreotti).

Dovremmo quindi pensare che la chiusura del Camillianum sia dovuta alla grande visibilità che aveva acquisito e, soprattutto alle aperture operate sul mondo laico? La chiusura dell’Istituto è dovuta per la consonanza con l’indirizzo “pastorale” dell’attuale papato di Francesco? E’ l’ennesima faida interna che, a questo punto, non risparmia neanche le eccellenze culturali?

Domande a cui sarebbe interessante ci fosse risposta. Il mondo sanitario con la chiusura del Camillianum perderebbe un prezioso punto di incontro tra le culture che caratterizzano il dibattito bioetico.

Luca Benci
Giurista

 

Leggi l’articolo su Quotidiano Sanità

 

Luca Benci
Giurista, direttore dal 1998 al 2004 della Rivista di diritto delle professioni sanitarie (Lauri edizioni).
Autore di pubblicazioni sul diritto sanitario e sulle professioni sanitarie.
Ha pubblicato la monografia “In otto punti le ragioni del NO al referendum costituzionale”, 2016, PerUnaltracittà edizioni.
Svolge attività di consulenza e docenza presso Aziende USL e ospedaliere, società di formazione, Università degli studi, Associazioni, Collegi e Ordini professionali in materia di diritto sanitario, responsabilità professionale e biodiritto. Socio della Consulta di Bioetica.

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 Demetrio Neri, dialogo, Elio Sgreccia, Emilio D'Orazio, Francesco D’Agostino, Istituto Camillianum, Luca Benci, Maurizio Mori, Palma Sgreccia, papa Francesco, Pierluigi Donatelli

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BANDO DI CONCORSO CARLO FLAMIGNI “IL DIRITTO DI PENSARE. ANNO 2°: I ROGHI”

La Consulta di Bioetica Onlus, in collaborazione con la Consulta Laica Forlivese,  Associazione Nuova Civiltà delle Macchine, Associazione Noi di Minerva, e altre realtà culturali invitano le studentesse e gli studenti alla lettura, del libro di Carlo Flamigni “Il Diritto di Pensare Volume II: I Roghi” e a trovare ispirazione dai temi del libro per scrivere un saggio partendo dalla seguente traccia:

In che modo il lavoro del Prof. Flamigni  sui roghi è attuale, oggi? In che senso è ancora possibile parlare di roghi e caccia alle streghe, nel 2025?

(lunghezza massima 30,000 battute, spazi inclusi).

La partecipazione è rivolta agli studenti e alle studentesse delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie superiori della provincia di Forlì. Alle autrici o autori dei due migliori saggi saranno assegnate due borse di studio, per il valore di 1.000 € ciascuna, per contribuire a intraprendere studi universitari. La commissione si riserva il diritto di assegnare solo 1 (una) borsa nel caso lo ritenga opportuno. Scadenza per la sottomissione dei saggi:

15 maggio, 2024 alle ore 23:59

 

BANDO

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CERIMONIA DI PREMIAZIONE DELLA 1° EDIZIONE DEL BANDO DI CONCORSO ‘IL DIRITTO DI PENSARE’

Mercoledì 16 ottobre alle ore 11:00 si terrà presso la Sala Affreschi, ex asilo Santarelli, via Caterina Sforza 45, Forlì, la cerimonia di premiazione della 1a edizione del Concorso “Il diritto di pensare”, in memoria del nostro illustre concittadino il professor Carlo Flamigni, (1933-2020), medico, ginecologo, ricercatore, pioniere della fecondazione assistita di rilevanza internazionale, primo direttore dell’Unità di Fisiopatologia della Riproduzione del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi dell’ Università di Bologna, paladino dei diritti civili, scrittore e poeta.

PREMIO DI STUDIO “Carlo Flamigni” – A.A. 2021-22

L’Università degli Studi di Milano bandisce un concorso per l’assegnazione di un premio di studio, dell’importo di € 1.000,00 intitolato alla memoria del Prof. Carlo Flamigni rivolto a laureati/e e dottorandi/e in discipline umanistiche o scientifiche dell’Università degli Studi di Milano, che abbiano conseguito il titolo da non più di un anno alla data del bando e a dottori/esse di ricerca in discipline umanistiche o scientifiche dell’Università degli Studi di Milano entro due anni dalla proclamazione alla data del bando, per una tesi di laurea o una ricerca sul seguente argomento: 

“il pensiero e l’opera del Prof. Carlo Flamigni ovvero i problemi etici connessi alla ricerca scientifica, alla sperimentazione e all’emersione di nuove tecnologie”.

BANDO

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