L’aiuto al suicidio non è contrario ai dettami costituzionali.

La Corte Costituzionale ha depositato il 23/11/2019 le motivazioni della sentenza 242 sul fine vita, che tratta dei presupposti in cui l’aiuto al suicidio non è contrario ai dettami Costituzionali.

Lo fa sapere la Consulta di Bioetica Onlus, sezione di Belluno, rappresentata dal dottor Davide Mazzon, medico anestesista rianimatore.

Come è noto, il caso che ha portato a questa sentenza è quello di DJ Fabo il quale, rimasto cieco e totalmente paralizzato a seguito di un incidente stradale, nel 2017 venne accompagnato in auto da Marco Cappato per andare a morire in Svizzera, autosomministrandosi un farmaco letale. In quella vicenda, ricorrevano le condizioni che la Corte Costituzionale ha posto come necessarie affinché l’assistenza al suicidio non possa essere considerata reato: la persona che chiede coscientemente di essere aiutata a morire dev’essere «affetta da patologia irreversibile e fonte di sofferenze fisiche e psicologiche» per lui «assolutamente intollerabili», «tenuta in vita da mezzi di sostentamento vitale» e tuttavia «capace di prendere decisioni libere e consapevoli».

Dentro questi confini, la Corte Costituzionale ritiene che «il divieto assoluto di aiuto al suicidio finisce per limitare ingiustificatamente, nonché irragionevolmente, la libertà di autodeterminazione del malato nella scelta delle terapie, comprese quelle finalizzate a liberarlo dalle sofferenze, imponendogli in ultima analisi un’unica modalità per congedarsi dalla vita».

Anche se la legge 219/2017 sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento prevede che il paziente possa chiedere l’interruzione dei trattamenti di sostegno vitale e di essere sottoposto a sedazione profonda nell’imminenza della morte, essa non contempla la possibilità che il paziente possa disporre di un trattamento che ne determini la morte. La stessa Corte Costituzionale riconosce che “la sedazione terminale possa essere vissuta da taluni come una soluzione non accettabile”. Il suo risultato può essere visto, come nel caso di DJ Fabo, un processo più lento e carico di sofferenze che ha comunque la morte come epilogo.

La Corte Costituzionale afferma inoltre: che devono essere offerte al paziente concrete possibilità di accedere a cure palliative idonee a eliminare le sofferenze; che la richiesta di assistenza sanitaria al suicidio dovrà avvenire nell’ambito del servizio sanitario nazionale e con il via libera del comitato etico territorialmente competente; che resta affidato alla coscienza del singolo medico scegliere se prestarsi o meno ad esaudire la richiesta del malato di aiuto al suicidio.

La sezione di Belluno della Consulta di Bioetica Onlus esprime il pieno apprezzamento per una sentenza che ribadisce che consentire la conclusione della sofferenza che accompagna condizioni come quella di DJ Fabo non debba essere considerato un reato punibile sulla base di un codice penale risalente al periodo fascista, in cui l’autonomia della persona era subordinata all’autorità uno stato totalitario. Auspichiamo che il Parlamento possa legiferare in tempi rapidi in merito ad un percorso, gestito dal sistema sanitario nazionale, che consenta la somministrazione di un farmaco idoneo a provocare rapidamente e senza dolore la morte nei pazienti in grado di decidere lucidamente, che si trovino nelle condizioni indicate dai giudici della Corte Costituzionale.

Riteniamo infine che lo stesso diritto debba essere riconosciuto, come sostenuto dal parere di maggioranza del Comitato Nazionale di Bioetica, anche ai malati che non sono “attaccati ad una macchina”, ma che possono trovarsi in analoga condizione di sofferenza incurabile e di irreversibilità della malattia, come coloro che si trovano in stati avanzati di malattie oncologiche o degenerative a prognosi infausta.

Consulta di Bioetica Onlus

Davide Mazzon

 

E’ una associazione di volontariato culturale nata nel 1990 con l’obiettivo di promuovere la cultura ed il dibattito sui temi etici legati alla nascita, alla malattia ed alla morte da una prospettiva laica a pluralista. Attualmente è presieduta dal Prof. M. Mori, ordinario di Bioetica a Torino e componente del Comitato Nazionale di Bioetica.

La sezione di Belluno della Consulta di Bioetica Onlus, sorta nel 2017, ha come referente il dr. Davide Mazzon, Medico Anestesista Rianimatore, fondatore della Commissione di Bioetica della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione nel 1998 e Componente del Comitato Etico della stessa società. La sezione di Belluno si è posta l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza promuovendo eventi pubblici e spettacoli teatrali su temi di attualità, vicini alla sensibilità della popolazione e declinati in prima persona dai suoi componenti, attivi in ambito didattico, sanitario, giuridico (es.: Testamento Biologico; Etica, Scienza e Fede; Salute ed immigrazione; Bioetica ed animali non umani; Decennale della morte di Eluana Englaro, ecc.).

 

@BELLUNOPRESS