GRAZIE A DJ. FABO, A MARCO CAPPATO E AI GIUDICI MILANESI,
l’autodeterminazione alla fine della vita può aprire prospettive nuove di libertà
Ieri, 14 febbraio 2018, i giudici milanesi hanno sospeso il giudizio di Marco Cappato circa la violazione dell’art. 580 c.p. che proscrive l’aiuto al suicidio, rimandando la valutazione alla Corte Costituzionale. È questo un successo di straordinaria importanza, che premia la tenacia di chi ha promosso l’azione, e che mostra la positiva attenzione della Magistratura sui diritti civili. Il paese deve essere grato a Dj. Fabo, ai suoi familiari, a Marco Cappato e all’Associazione Coscioni, e alle tante persone che negli ultimi anni si sono impegnate nell’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sui temi del fine-vita.
Non sappiamo che cosa deciderà la suprema Corte sul punto, né vogliamo qui entrare nelle questioni giuridiche concernenti le sentenze costituzionali e le prospettive aperte dalla nuova legge sul biotestamento. Dal punto di vista bioetico ci limitiamo a rilevare che oggi il “diritto alla vita” va inteso come “diritto alla vita dignitosa” e che nelle attuali condizioni storiche la tecnologia medica o altre circostanze possono creare situazioni in cui vengono meno i parametri minimi di dignità. In queste circostanze, il “diritto alla vita”, che spesso viene inteso come dovere di vivere, perde vigore e diventa controproducente o anche degradante. In tali circostanze è giusto che tale diritto ceda il passo all’autodeterminazione individuale, consentendo all’interessato di scegliere se continuare a vivere nelle condizioni date o se invece morire. In quest’ultimo caso, l’interessato ha diritto di essere aiutato a chiudere la propria esistenza con dignità, o col suicidio assistito o anche con l’eutanasia.
La Consulta di Bioetica Onlus ha riaffermato la propria posizione sul fine-vita nell’ambito di un Convegno internazionale tenutosi nel giugno 2017 a Roma presso la Camera dei Deputati sul tema “Per l’eutanasia in Italia”. Coglie l’occasione per riproporre il Manifesto elaborato in tale occasione (allegato), e invita la Corte Costituzionale a non perdere l’occasione di riaffermare una nuova libertà capace di far crescere la coscienza civile e far compiere un passo di civiltà al nostro paese.
Giudici della suprema Corte, avete affermato con le Vostre sentenze il diritto all’autodeterminazione terapeutica, il diritto alla salute in ambito della riproduzione medicalmente assistita. E’ giunto ora il momento di affermare anche il diritto alla dignità del morire: non perdete l’opportunità, ma mostrate che sui diritti civili e sulle libertà siamo ormai maturi! Così facendo darete anche una risposta concreta all’impegno di Dj. Fabo e dei tanti che negli ultimi anni hanno richiesto di morire con dignità.
Maurizio Mori
Presidente
Leggi il Manifesto per l’Eutanasia presentato al Convegno di Roma a Giugno 2017