L’ultimo romanzo di Marina Mengarelli, Pezzi piccoli, racconta in forma di diario la vicenda di una donna malata di cancro.
È un diario introspettivo, di facile lettura e di complessità esistenziale.
Nella perfetta e coerente semplicità della scrittura si celano i temi che attraversano la vita di tutti noi. L’amore, l’amicizia, la sofferenza, il dolore fisico e anche argomenti di importanza sociale come il testamento biologico e il fine vita.
Il fil rouge che percorre il romanzo è il rapporto con un’amica d’infanzia che non compare mai, se non attraverso le parole di Giuliana, la protagonista, ma viva e presente in ogni decisione davvero importante che Giuliana dovrà prendere.
Altro tema è il rapporto di Giuliana con Fabio, il suo compagno, un legame che viene “congelato” perché il rapporto più coinvolgente è quello con la malattia, con i medici, con gli esami clinici.
Ci si rispecchia in questo libro anche se non si è mai stati malati di cancro, perché pur essendo scritto in prima persona è un testo corale. Sono le sofferenze viste dal coté femminile, ma c’è qualcosa di più grande che universalizza il testo. Sono proprio i “pezzi piccoli”, perché ben masticati, che bisogna ingoiare durante la vita, sono le decisioni difficili che ognuno di noi ha preso.
Non c’è ottimismo in questo raccontare, neppure cauto, eppure c’è una sorta di levità che prende per mano il lettore anche nei momenti più drammatici della vicenda.
Il finale è in perfetta sintonia con quanto narrato, la vita alterna a caso gioie e dolori, quindi, anche su risultati rassicuranti ma non certi, bisogna lavorare a un progetto.
Tanto si può progettare la propria morte nel caso della sofferenza insopportabile, altrettanto è bene lavorare su un programma e sperare in un risultato.
Romanzo da leggere e, soprattutto, da rileggere per non perdere le mille sfumature dell’esistenza che Marina Mengarelli ha saputo raccontare in modo semplice e totale.
Marina Mengarelli Flamigni, Pezzi piccoli. Pendragon, Bologna 2019