“Da più direzioni, Unione Europea inclusa, arriva l’invito a che la ricerca scientifica collabori con i più ampi gruppi sociali: la partecipazione diffusa e il profondo radicamento dell’innovazione influenzano infatti positivamente il progresso scientifico e lo sviluppo sociale. Una simile concezione, si sostiene in questo libro,è sorretta teoricamente dalla riflessione di John Dewey secondo cui la scienza, fondata sullo spirito antidogmatico, è l’agente dello sviluppo e del progresso sociale. La posizione pragmatista di Dewey può fornire un modello interpretativo e di possibile trasformazione positiva del rapporto tra scienza e società, che può essere traferito nell’educazione e nella politica e che si presenta come uno strumento in grado di rispondere concretamente agli abusi del potere economico e alle più retrive forme individualistiche”. (Introduzione, p.XIV)