Intervista di Maria Berlinguer su LaStampa.it
Il professor Maurizio Mori, ordinario di filosofia morale e bioetica all’Università di Torino, non è minimamente scandalizzato dalla notizia di una bimba nata da un embrione congelato 27 anni fa.
Sarebbe possibile in Italia?
Un tempo non sarebbe stato possibile il congelamento. Gli embrioni avrebbero dovuto essere conservati in una casa dell’embrione della quale si è persa la memoria. La verità è che qui dovremmo avere il coraggio di ripensare la legge sulla procreazione umana, intanto abolendo il termine procreazione umana, che ha a che fare con la teologia. Il termine medico è riproduzione o generazione. Non so se conservare un embrione per tutto quel tempo vada bene, non è ben chiaro quanto a lungo gli embrioni rimangano vitali durante il congelamento o se il periodo di congelamento comporti problemi per il futuro nascituro.
Il nome della coppia e quello delle due bambine gemelle nate a quattro anni di distanza sono diventati pubblici. Può essere un problema in futuro?
Queste cose ormai sono diventate così comuni che non sono più un problema. Questa coppia ha fatto una scelta che merita rispetto e attenzione. Non vedo difficoltà di ordine morale nè difficoltà per le bambine dalla notorietà del caso.
Sono nate da un embrione abbandonato.
Questo è sicuramente uno dei problemi complicati in Italia. Da noi l’embrione ha assunto criteri di sacralità, si diceva fratello embrione, sorella embrione quando è stata fatta la legge. Secondo la locuzione del comitato di bioetica si diceva che l’embrione è uno di noi. Negli ultimi dieci anni l’atteggiamento è molto cambiato. Si è capito che la riproduzione umana è un unicum. Gli embrioni abbandonati se non hanno altre possibilità potrebbero essere usati per la ricerca. In Italia e in altri paesi europeri non è consentito ma non capisco per quali ragioni conservarli per l’eternità. A che scopo?
La mamma di Molly ha 29 anni, due in più dell’età dell’embrione.
È un nostro pregiudizio. Continuiamo a vivere secondo uno schema che abbiamo ereditato nell’ultimo secolo. Quando nel 2009 ci fu un caso di una bambina di 9 anni che aspettava due gemelli ci fu un gran dibattito in Brasile perché il presidente Lula consentì l’aborto terapeutico, E pure un tempo accadeva quello che a noi sembra impossibile ovvero che bambine di 12, 13 anni avessero gravidanze. Per noi inconcepibile. Ci scandalizziamo se donne di 55, 60 anni hanno bambini. Abbiamo già avuto il caso di Gianna Nannini, lo cito solo perché era celebre. La legge 40 al di là degli embrioni è pensata come rimedio all’infertilità. È consentito solo per le coppie sterili. È sbagliato.
E invece?
È sbagliata l’impostazione. La riproduzione assistita è un nuovo modi ri riprodurre. E allora perché non consentirla alle donne sole e gruppi oppressi, al mondo Lgbt? L’avvento della tecnica non è da evitare, è un ausilio per la condizione umana.