Mori “Ma solo così sono state evitate terapie senza senso”

Mori “Ma solo così sono state evitate terapie senza senso”

L’intervista di Michele Bocci su La Repubblica del 14 novembre 2023 a Maurizio Mori, docente, membro del comitato di bioetica.

Maurizio Mori, già ordinario di filo­sofia morale e bioetica è membro del Comitato nazionale di bioetica e presiede l’associazione Consulta di bioetica.

Professore, i genitori di Indi non hanno avuto voce in capitolo sulla vicenda della figlia. E’ giusto?

I genitori hanno una responsabilità genitoriale per perseguire il benessere o comunque il miglior interesse dei figli. Ma quando un genitore abusa di un figlio cosa succede? Gli viene tolta la potestà genitoriale».

La decisione presa in Inghilterra è stata corretta?

Sì, è stato evitato l’accanimento terapeutico. Non mi permetto di dare un giudizio sui genitori, capisco che cerchino di prolungare la vita della figlia ma i medici responsabili devono chiedersi se è giusto continuare oltre certi limiti. Se c’è un conflitto tra medici e famiglia decide un giudice, che non è un azzeccagarbugli ma una persona compassionevole che studia il caso. Se vede accanimento, ha il dovere di interrompere la tortura. In Italia le norme sono come quelle inglesi».

Come si fa ad essere certi che Indi rischiasse di essere vittima di accanimento terapeutico?

Questo lo sa chi ha la cartella clinica in mano. I medici dell’ospedale inglese, tra l’altro tra i migliori al mondo, erano tutti d’accordo sul punto. Anche dal Bambino Gesù hanno riconosciuto la qualità dei colleghi. Però, per ragioni ideologiche che squalificano l’ospedale italiano, hanno dato ragione ai genitori».

Comunque anche in Italia si è parlato di hospice, non di cure.

Gli hospice li hanno inventati gli inglesi. E loro hanno deciso di non mandare la bambina a casa ma in una struttura di quel tipo, sempre contro il parere dei genitori. Una bimba di otto mesi non è un anziano di 80 anni, che vuole concludere la sua vita a casa propria, nel suo ambiente».

Cosa risponde a chi dice l’Italia poteva fare qualcosa?

Che in realtà non avrebbe potuto fare nulla, perché la patologia è terminale. L’unica cosa, è stato soddisfare i desideri dei genitori, dando la cittadinanza alla bambina».

E a chi dice che la vita va sempre tutelata?

È questo il punto di fondo. Quando eravamo in condizioni normali, la vita era quella che garantiva un adeguato benessere. Adesso abbiamo la capacità di sostenere la vita con macchinari e terapie e non possiamo continuare a dire che la vita è sempre buona, perché sostenerla oltre un certo punto comporta una condizione infernale. Dalla quale non si torna più indietro comunque» .