Comunicato stampa: PERCHÉ PENALIZZARE ANCORA UNA VOLTA LE CURE PALLIATIVE?

URGENTE L’ELABORAZIONE CULTURALE SUL FINE-VITA

 

Apprendiamo dal deputato Giorgio Trizzino la ferale notizia che la prossima Legge di bilancio evita ogni sostegno alle cure palliative. A chi cercasse una spiegazione a tale grave dimenticanza, la Consulta di Bioetica Onlus risponde che la ragione ultima sta nella mancanza di un’elaborazione culturale circa il fine-vita e il morire. La Legge Lenzi (219/17) ha fatto compiere un passo decisivo per la soluzione di tante difficoltà alla fine della vita, e la Sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale ha apportato importanti integrazioni sulla tematica, ma questi passaggi di carattere giuridico-formale necessitano di essere alimentati sul piano strutturale e pratico ma anche sul piano finanziario, e richiedono un un solido sostegno culturale da parte della popolazione che sottolinea la centralità della questione.

Purtroppo questo aspetto culturale di riflessione sul morire è ancora carente e insufficiente. Quello che mezzo secolo fa Philippe Ariès chiamava il “tabù della morte” continua a sopravvivere sotto altre spoglie e ha oggi preso corpo nella “esclusione” o “dimenticanza” delle cure palliative dalla legge di bilancio. Da sempre impegnata a promuovere una più rigorosa elaborazione culturale, la Consulta di Bioetica Onlus chiede al Parlamento di dare adeguato spazio anche a questa fondamentale esigenza sociale che segna il livello di civiltà, e auspica un maggiore impegno di tutti circa le le problematiche del fine-vita.

Maurizio Mori
Presidente

 

 

Neanche un euro per il potenziamento delle Cure Palliative!

Pubblicato da Giorgio Trizzino su Domenica 20 dicembre 2020

1 thought on “Comunicato stampa: PERCHÉ PENALIZZARE ANCORA UNA VOLTA LE CURE PALLIATIVE?”

  1. Mi occupo di cure palliative nei minori, sono un pediatra, e sono pienamente consapevole della rimozione della morte e del morire anche se molte persone e associazioni se ne occupano tra mille difficoltà. Nel minorenne muore la rimozione è ancora più profonda e basta leggere l’articolo 3 della legge sulle DAT per capire come si sfugga alla definizione del problema. Debbo anche dire che il tema viene poco approfondito, se non evitato, anche da tutta quella intelligenza progressista spesso timida e in difficoltà sui problemi etici. L’ Associazione Culturale Pediatri è l’unica, che io sappia, che ha istituito al proprio interno un gruppo di lavoro sul tema e che ha pubblicato articoli in merito alla palliazione e alla terapia del dolore nel bambino. Anche la Consulta non mi risulta abbia mai affrontato il problema. Invito chi fosse sensibile al tema della palpazione del minore ad aprire un confronto.

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