Presentazione di Bioetica cattolica e bioetica laica nell’era di papa Francesco di Luca Lo Sapio

Pubblichiamo la presentazione di Giovanni Fornero pubblicata sull’inserto Trentino Alto Adige del Corriere della Sera del 4 maggio 2017 del volume di Luca Lo Sapio.

Luca Lo Sapio
Bioetica laica e bioetica cattolica nell’era di papa Francesco
Utet, 2017
16 €

Il punto di partenza del libro di Lo Sapio è la convinzione, che egli condivide con chi scrive, secondo cui la bioetica cattolica ufficiale e la bioetica laico-secolare costituiscono dei “paradigmi”, ossia dei modelli teorici generali caratterizzati da differenti idee-guida, che spiegano il loro diverso modo di rapportarsi ai problemi concreti della bioetica (soprattutto alle questioni cruciali di inizio e fine vita). Nel contempo, Lo Sapio è persuaso che, con le novità introdotte da Bergoglio, la teoria dei paradigmi vada, almeno in parte, sfumata e ripensata. E ciò senza perdere di vista il fatto che le “novità” in questione, se da un lato non vanno misconosciute, dall’altro non vanno, però, enfatizzate oltre misura.

Infatti, come osservo nel mio saggio introduttivo, lo studioso si oppone sia a coloro che insistono unilateralmente sul cambiamento sia a coloro che insistono unilateralmente sulla continuità. Perciò, pur attirando l’attenzione sui mutamenti, Lo Sapio non minimizza, anzi documenta, gli elementi di continuità. Precisamente come, pur registrando gli elementi di continuità, non minimizza, anzi si sforza di mettere a fuoco in modo dettagliato, gli elementi di novità.

Per quanto riguarda gli elementi di continuità, egli mostra come in Bergoglio il richiamo ai concetti fondanti della bioetica cattolica ufficiale (la vita come dono di Dio che va custodito, il rifiuto di discriminare le persone in base alla qualità della vita ecc.) non sia affatto venuto meno. Nel capitolo III del volume, ad esempio, dedica un intero paragrafo alla questione della persistenza dei principi di sacralità e indisponibilità della vita, sottolineando come questi principi non siano stati archiviati, bensì collocati all’interno di una strategia pastorale in parte differente rispetto al passato.

Per quanto riguarda gli elementi di novità egli mostra come con Francesco si passi da una Chiesa che pone l’accento soprattutto sulla dottrina ad una Chiesa che pone l’amore, la misericordia e la comprensione al centro della sua missione spirituale. Passaggio che, a suo giudizio, non vuol dire cancellazione della prima a vantaggio della seconda, ma riposizionamento e ripensamento della prima alla luce della seconda.  I due assi portanti della Chiesa cattolica, dottrina e pastorale, sono preservati, ma con due rimarchevoli effetti sulla bioetica cattolica. Da un lato, Bergoglio avrebbe diminuito, in frequenza e intensità, gli interventi sulle classiche tematiche bioetiche (aborto, eutanasia ecc.) invitando invece a concentrare l’attenzione su una “bioetica che abbraccia tutto il pianeta”, ossia che si faccia carico delle condizioni di vita dei soggetti più vulnerabili (i migranti, i diseredati, i carcerati, etc.). Dall’altro lato, nella sua sorta di bioetica centrata sulla persona, si rapporta in maniera in parte nuova rispetto a questioni come l’aborto o l’eutanasia. Se, infatti, sul piano della dottrina non sarebbero avvenuti mutamenti di rilievo, in quanto tali pratiche continuano ad essere rifiutate, sul piano pastorale, invece, si mostrerebbe un atteggiamento di maggiore comprensione verso le persone in carne e ossa che, in condizioni spesso difficili, ricorrono ad esse. Con la conseguenza di un avvicinamento, non solo di facciata, con la mentalità laico-secolare.

Che cosa dire di questa analisi? Personalmente ritengo che Lo Sapio abbia fatto bene, al di là di ogni riduzionismo interpretativo, a mettere in luce sia gli elementi di novità sia gli elementi di continuità che qualificano il pontificato di Bergoglio. Come abbia fatto bene a prendere le distanze dalle opposte tesi di chi ritiene che con il papa attuale si stia assistendo a un inedito strappo con i principi della tradizione o, viceversa, che con lui, al di là di certe concessioni di maniera, in realtà nulla stia cambiando.

Contestualmente, penso che Lo Sapio abbia agito in modo oculato nel limitarsi a constatare il variegato intreccio di continuità-cambiamento del papato di Bergoglio, senza pretendere di avventurarsi in “profezie” circa il futuro della Chiesa. Anzi, lasciando lasciando programmaticamente aperti gli scenari dell’avvenire e sostenendo che le novità emerse con Francesco, se da un lato potrebbero configurarsi come “sentieri interrotti” (analogamente a quanto è avvenuto per talune idee suscitate dallo spirito di apertura del Concilio Vaticano II) dall’altro potrebbero rappresentare la piattaforma per l’avvento di ulteriori novità anche in ambito bioetico. “Novità” in grado, se non di annullare, per lo meno di accorciare le distanze fra la prospettiva cattolica e quella secolare, stemperandone gli annosi conflitti.

Giovanni Fornero