LA GESTAZIONE PER ALTRI È FORMA DI RIPRODUZIONE ASSISTITA ETICAMENTE BUONA, CHE VA REGOLATA CON OCULATEZZA:

Torino, 20 marzo 2023

COMUNICATO STAMPA n. 2/2023

LA GESTAZIONE PER ALTRI È FORMA DI RIPRODUZIONE ASSISTITA ETICAMENTE BUONA, CHE VA REGOLATA CON OCULATEZZA:

BASTA CON ARCAICI RICATTI SULLA PELLE DI GENITORI E BAMBINI!

L’IDEA DEL DIVIETO UNIVERSALE È LA SOLITA BOUTADE ANALOGA A CHI VOLEVA IL DIVIETO UNIVERSALE DELLA FECONDAZIONE ASSISTITA, E PRIMA ANCORA DELLA LIBERTÀ DELLE DONNE

Con la nota attenzione per i diritti di tutte le persone, l’Unione Europea sta proponendo una norma valida in tutt’Europa che garantisca a tutti i nati l’uguaglianza di status: a ciascun nato nell’Unione devono essere garantiti eguali diritti a prescindere dalla modalità di nascita, e basta con le discriminazioni tra figli legittimi, illegittimi, adulterini, naturali, e altre sciocchezze simili!

In Italia questo sano principio morale di uguaglianza civile non è stato riconosciuto da una Commissione del Senato, che ha bocciato la proposta europea. Per coprire questo obbrobrio è iniziata una campagna stampa contro ciò che con espressione disgustosa e sessista viene chiamato l’“utero in affitto”, ossia la pratica della “gestazione per altri” in cui una donna porta a termine una gravidanza per consentire a chi nasce di vivere come figlio di chi lo ha voluto.

Nella storia sono state diverse le forme di collaborazione promosse per far vivere e crescere i nuovi nati, e la più nota è stata il baliatico in cui la “mamma di latte” aiuta dopo la nascita per consentire al neonato di crescere. Oggi le tecniche di riproduzione assistita fanno sì che la collaborazione possa attuarsi anche prima della nascita, allargando le opzioni e le forme di genitorialità che mostrano un aumento di responsabilità.

Qui sta il punto fondamentale da considerare: nel far venire al mondo un nato, l’aspetto etico (e giuridico) centrale è la responsabilità per la sua vita, la sua crescita e il suo benessere, e non tanto le modalità con cui si incontrano i gameti (se “naturali”, “assistite”, etc.). Il punto costituivo della genitorialità non è l’aspetto “naturalistico” relativo alla condotta fisica che ha portato all’esistenza un nuovo nato, ma è l’assunzione di responsabilità per il miglior interesse del nato. La fecondazione assistita è moralmente (e giuridicamente) lecita perché favorisce l’assunzione di responsabilità genitoriale, e per la stessa ragione non si vede perché non debba esserlo anche la gestazione per altri. Non è vero che la gestazione per altri di per sé comporti sempre la reificazione della donna e la mercificazione del figlio, perché può essere un modo per costruire nuove forme rispettose di relazione e parentela.

Certamente la nuova pratica va regolamentata, ma non per impedirne l’attuazione o per demonizzarla, quando piuttosto per evitare sfruttamenti e eventuali altre incongruenze che possono crearsi, analogamente a quel che capita in altri ambiti, esempio quello dell’adozione.

La proposta di un divieto universale di gestazione per altri è obsoleta e sbagliata come lo è stata l’idea di divieto universale di fecondazione assistita o di altre pratiche che hanno allargato le opportunità di scelta.

La Consulta di Bioetica Onlus da sempre ha promosso l’uguaglianza di tutti i nati e del loro miglior interesse, a prescindere dalle diverse modalità di nascita, e continuerà a operare in questo senso opponendosi alla criminalizzazione della gestazione per altri.

Maurizio Mori
Presidente

 

2 thoughts on “LA GESTAZIONE PER ALTRI È FORMA DI RIPRODUZIONE ASSISTITA ETICAMENTE BUONA, CHE VA REGOLATA CON OCULATEZZA:”

  1. Perfettamente d’accordo. Con questo governo stiamo tornando indietro di un secolo. Non conoscono né forme di libertà né tantomeno quelle di uguaglianza, vogliono solamente imporre il loro modo di (non) vedere la realtà come in Iran con la polizia morale. Una violenza inaccettabile.

  2. rileggendo il comunicato sono contenta che in modo chiaro e conciso si sia precisato che l’uguaglianza di status di tutti i nati rende irrilevante e non stigmatizzante eventuali differenze nelle modalità di nascita o di concepimento. Questo è un punto decisivo su cui spesso si glissa e si ha paura di prendere posizione, lasciando così aperta la porta al ritorno di concezioni antiche e patriarcali sul modello di famiglia.
    Mariella Immacolato

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