Condividiamo la lettera del nostro socio, dottor Enrico De Micheli, in memoria del prof. Gladio Gemma venuto a mancare il 10 dicembre u.s.
Cari amici della Consulta di Bioetica Onlus,
scrivo a voi e a tutti gli Italiani che leggeranno queste poche parole per comunicarvi che il 10 dicembre è deceduto all’età di 83 anni il professor Gladio Gemma, dopo una breve degenza in Ospedale Modenese, ricovero motivato da un evento naturale di particolare gravità non connesso al Covid.
Il professor Gemma era un cultore e studioso della nostra Costituzione, che amava al punto da continuare a studiarla anche dopo il pensionamento tanto da frequentare quotidianamente la biblioteca della Università di Modena per continuare le ricerche su di essa.
Ho avuto modo di conoscere Gladio (mi sia consentito di chiamarlo per nome tanto era la familiarità che mi legava a lui) oltre 50 anni fa quando fui da Lui coinvolto ad interessarmi e condividere quelle problematiche ecologiche (prevalentemente ambientali) dal momento che al tempo presiedeva la Lega per la difesa Ecologica di Modena. Quella Lega era portatrice di attenzione a temi poco o nulla noti, soprattutto in quel periodo. Sono stati anni di apprendimento e di approfondimento in tematiche allora non particolarmente condivise dalla popolazione in generale.
A quella fase sono seguiti anni di minori frequentazioni come spesso accade quando il proprio lavoro diviene quotidianamente totalizzante.
Alla conclusione delle nostre vite professionali, ho ritrovato l’amico di tanti anni prima in due circostanze: quale membro della Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena e poi nell’impegno affidatomi a far nascere e condividere le tematiche bioetiche a Modena ed ad entrare nella Consulta di Bioetica.
Sono stati anni ricchi di pathos e di diffusione di tematiche difficili ma indispensabili nella nostra attuale contorta società.
La sua competenza giuridica ha segnato un’epoca per la Facoltà di Giurisprudenza di Modena e costantemente animato la vita cittadina con continue ed interessanti iniziative culturali. (Fra le tantissime a Gladio riconducibili è sufficiente ricordare il suo ruolo nel fondare il Circolo Culturale Nuovo Formiggini … una associazione laica, lontana dalle suggestioni partitiche con quali unici riferimenti i valori dell’antifascismo, della Resistenza e della nostra Costituzione di cui, come ho detto, era un importante interprete in quanto Ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università di Modena e Reggio E..
……negli ultimi 15 anni abbiamo condiviso parecchie giornate di dibattiti pubblici sia in Accademia che in Sale pubbliche. In ogni occasione ho apprezzato la passione (quasi la veemenza) e la lucidità con cui Gladio difendeva le proprie enunciazioni in un momento storico in cui sembra prevalere il pressapochismo. Esempio sommo si è avuto nella sua ferma opposizione all’obiezione di coscienza in ambito sanitario. Al tema ha dedicato grande attenzione e più volte è stato interpellato dal compianto professor Carlo Flamigni, interessato a difendere posizione simile in varie occasioni. Gladio riteneva che l’ammettere l’obiezione di coscienza fosse una sorta di contraddizione interna alla legge stessa, che al tempo stesso permetteva ad alcuni (gli obiettori) di non prestare il servizio dovuto mentre obbligava gli altri (i non obiettori) a svolgerlo. Non posso qui approfondire il punto, ma la sua posizione sul tema merita attenta considerazione non foss’altro che per il rigore con cui è stata sviluppata.
Quello stesso rigore ha caratterizzato l’intera sua esistenza e ne ho avuto ulteriore conferma neanche un mese fa quando, invitato della Sezione Giuridica della Accademia, abbiamo portato a termine una relazione a due mani tra la possibilità giuridica della obbligatorietà di una vaccinazione e le conoscenze storico-mediche delle vaccinazioni …..anche in questa occasione ho apprezzato il crescendo oratorio di Gladio nell’esporre le sue tesi come pari apprezzamento è stato espresso nel numeroso pubblico che ci ascoltava e vedeva in streaming.
Un abbraccio forte da parte mia e della Consulta di Bioetica come suggeritomi dal nostro Presidente Maurizio Mori.
Enrico De Micheli