Convegno internazionale sull’Eutanasia della Consulta di Bioetica onlus. Gli interventi dei relatori

Si è svolto il 27 e 28 giugno 2017 il convegno internazionale promosso dalla Consulta di Bioetica onlus e da Politeia-Centro per la ricerca in Politica ed Etica  “Per l’eutanasia in Italia: presupposti per un cultura della morte assistita”.

Il convegno ha visto la partecipazione di filosofi, medici, giuristi, membri di associazioni e politici e ha approfondito le tematiche della fine della vita e della morte assistita.

Venerdì 16 giugno presentazione a Torino di “Questa è la scienza bellezze!” e di “Le parole della bioetica”

La sezione di Torino della Consulta di Bioetica organizza una doppia presentazione dei volumi di Carlo Flamigni e Maurizio Mori “Questa è la scienza bellezze!” e di “Le parole della bioetica” di Maria Teresa Busca  e Elena Nave (a cura di). Entrambi editati da Ananke lab nel 2017. Modera Elisa Santini e saranno presenti gli autori. Appuntamento a Torino venerdì 16 giugno alle ore 18,00 a Palazzo Nuovo in via Sant’Ottavio, 15.

Soci Onorari

Per il significativo contributo dato alla bioetica laica in Italia sono Soci Onorari della Consulta di Bioetica Onlus:

Storia della Consulta di Bioetica

La Consulta di Bioetica, fondata nel 1989 dal neurologo Renato Boeri, è un’associazione di cittadini di diversa formazione e di differente orientamento politico ed etico: per statuto, essa è infatti apartitica e non legata ad alcuna confessione religiosa. Tra i suoi soci la Consulta di Bioetica conta autorevoli medici (come Mario Riccio e l’ex presidente Carlo Alberto Defanti), filosofi (tra cui Eugenio Lecaldano, Demetrio Neri, Carlo Augusto Viano, e l’attuale presidente Maurizio Mori), oltre a giuristi, operatori sanitari, studenti e cittadini interessati a seguire e promuovere il dibattito razionale e laico sulla bioetica. Tra i Socio onorari della Consulta di Bioetica ricordiamo Carlo Flamigni, uno dei massimi esperti della fecondazione assistita e della riproduzione e della contraccezione, e Beppino Englaro, la cui lunga battaglia per il rispetto dei diritti e della volontà della figlia Eluana è stata sostenuta sul piano culturale dalla Consulta di Bioetica da molto prima che la vicenda assumesse risonanza a livello mediatico, anche attraverso convegni, sit-in e pubblicazioni che hanno contribuito a diffondere il dibattito sul tema del rispetto della volontà delle persone nelle ultime fasi della vita. La Consulta di Bioetica promuove lo sviluppo del dibattito laico e razionale sui problemi etici nel campo della medicina e delle scienze biologiche, in un’ottica pluralistica di rispetto delle diverse concezioni di valore. La Consulta di Bioetica è stata la prima associazione in Italia a proporre e promuovere, sin dal 1990, la Carta di autodeterminazione (o “Biocard“), un documento che mira a garantire il rispetto dell’autonomia delle persone nelle ultime fasi della vita, e che si è rivelato pioneristico nel nostro Paese alla luce del dibattito etico e politico attualmente in corso sul testamento biologico. La Consulta di Bioetica è aperta a tutti i cittadini che vogliono dare il proprio sostegno allo sviluppo di una bioetica laica e pluralistica in Italia, mettendo a disposizione capacità intellettuali e professionali, nonché contributi economici. L’attività culturale della Consulta si regge infatti esclusivamente sul contributo economico dei soci, sulle quote derivanti dalle donazioni tramite 5 per mille, sugli abbonamenti alla rivista Bioetica. Rivista interdisciplinare, che è la pubblicazione scientifica ufficiale della Consulta di Bioetica, e sulle elargizioni liberali. In particolare, da anni la Consulta si avvale del prezioso contributo della Fondazione Ravasi di Milano, in collaborazione con la quale è stato avviato il progetto “Biocard” e sono stati pubblicati due volumi che raccolgono gli atti di altrettanti convegni organizzati sul tema dell’autodeterminazione alla fine della vita e della dignità del morire. In quanto Onlus, la Consulta di Bioetica destina la totalità di tali risorse alla promozione culturale e a perseguire i propri fini statutari.