Torino, 13 giugno 2025
COMUNICATO STAMPA n. 8/2025
DEL FALLITO REFERENDUM 2005 SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA:
A VENT’ANNI DI DISTANZA SI VEDE CHE LE PROPOSTE REFERENDARIE SONO STATE REALIZZATE E CHE QUEI QUESITI HANNO VINTO, SEGNO CHE I REFERENDUM FANNO EMERGERE ESIGENZE REALI
Esattamente 20 anni fa, il 12-13 giugno 2005, gli italiani erano chiamati a votare al Referendum popolare per decidere se abrogare o no quattro punti della Legge 40/2004 sulla fecondazione medicalmente assistita. L’accelerazione del tempo non ci consente di sapere se due decenni siano un tempo lungo o breve, ma quel che è certo è che ormai quasi più nessuno si ricorda con precisione di quali fossero. Il primo riguardava l’abrogazione dei forti limiti posti dalla L. 40 circa l’embrione umano; il secondo riguardava l’abrogazione dei limiti di accesso alle tecniche per consentire a più persone come le single di fruire delle tecniche; il terzo l’abrogazione del vincolo che limitava ai soli infertili il ricorso alle tecniche, e l’ultimo teso a abrogare il divieto di fecondazione “eterologa” (donazione di gameti). Il Referendum è fallito perché solo il 25.9% degli aventi diritto si recò all’urna e non fu raggiunto il quorum: su quasi 50 milioni i votanti sono stati poco meno di 13 milioni. I commenti sono stati molti e diversi, e non è qui il momento di esaminarli, ma merita di ricordare che un grande sostenitore dell’astensionismo, il cardinale Camillo Ruini, con soddisfazione disse che il risultato era “frutto della maturità del popolo italiano, che si è rifiutato di pronunciarsi su quesiti tecnici e complessi, che ama la vita e diffida di una scienza che pretenda di manipolare la vita”.
In occasione dell’anniversario, la Consulta di Bioetica Onlus aveva proposto di organizzare un Convegno di studio per tornare a riflettere su quel Referendum, sulle ragioni del suo fallimento e sulla situazione attuale circa la fecondazione assistita. L’iniziativa non si è potuta realizzare perché i tanti interlocutori interpellati erano tutti (giustamente) concentrati sul recente Referendum dell’8-9 giugno sul lavoro e sulla cittadinanza, che oggi sappiamo essere anch’esso fallito, pur avendo avuto una percentuale superiore di votanti. Per questo si stanno intensificando i dibattiti sul senso delle consultazioni referendarie e sul loro futuro. Non è compito di una Consulta di Bioetica Onlus intervenire su questi temi connessi a importanti questioni elettorali, ma riflettendo sul Referendum 2005 una considerazione circa la sostanza può esser fatta.
Guardando retrospettivamente, dopo vent’anni si è in pratica realizzato quasi tutto di quanto era richiesto dai quesiti che allora non andarono a segno. Il punto diventa particolarmente chiaro se si considera l’eterologa: allora si diceva che avrebbe dovuto rimanere vietata a tutela della famiglia e dell’identità personale dei nati, mentre dal 1° gennaio 2025 è inserita nei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, cioè a dire è sostenuta e finanziata dallo Stato. Al di là di battute retoriche contro, anche i partiti conservatori ammettono la donazione di gameti, che è diventata una nuova pratica sociale diffusa e accettata. Questo è l’effetto più palese e, verrebbe da dire, sorprendente.
Circa l’embrione la situazione è più complessa e chiaroscurale, ma è un fatto che i rigidi vincoli posti dalla L. 40/04 sono stati nel tempo e superati. Pur rimanendo sulla carta, il concetto di “infertilità accertata” si è nella pratica dilatato e oggi gli operatori del settore rilevano che la situazione è accettabile e non crea difficoltà eccessive. Resta il problema dell’ampliamento dell’accesso alle tecniche, tema su cui il 16 ottobre 2024 è stata approvata la L. 169/24 (in vigore dal 3 dicembre) che inasprisce le sanzioni circa la gravidanza per altri rendendo la pratica un “reato universale”. Resta da capire se questa mossa sia un segno di forza e non invece di debolezza: si può dire infatti che c’è bisogno di aumentare le sanzioni per cercare di arginare una crescente pressione sociale favorevole alla pratica, e che questo sostanziale favore porterà, prima o poi, a far cadere il divieto, come già è avvenuto con l’eterologa o donazione di gameti!
In breve, la normativa della L. 40/04 è ormai smantellata, e nel 20° anniversario del Referendum 2005, che allora fu perso ma che oggi risulta vincente, è bene ricordare che serve nuova buona legge che regoli l’ambito della fecondazione assistita, una buona legge che allarghi le opportunità dei cittadini richiedenti, senza diffidenze verso la scienza e senza discriminazioni di sorta.
Più in generale, si può osservare che con grandi difficoltà i Referendum raggiungono il quorum e hanno successo, ma resta pur sempre che i quesiti posti portano alla luce esigenze sociali profonde e reali che prima o poi trovano ascolto.
Maurizio Mori,
Presidente