Comunicato stampa: LA DEMOCRAZIA SI FONDA SUL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI!

Bologna, 3 ottobre 2022 COMUNICATO STAMPA 7/2022 LA DEMOCRAZIA SI FONDA SUL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI! ANCHE AMMETTENDO CHE L’ABORTO NON SIA UN DIRITTO, LA PROPOSTA DI ISTITUIRE “SPORTELLI PRO-VITA” NEI REPARTI DOVE SI ATTUA L’ABORTO È UNA CHIARA VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI NON ESSERE COARTATI NELLA LIBERA SCELTA GARANTITA DALLA L. 194/78   Apprendiamo che in Regione Liguria la coalizione vincitrice alle elezioni politiche ha già subito avanzato una proposta di legge per l’istituzione degli “Sportelli pro vita in ogni ospedale della regione in cui si eseguono interruzioni di gravidanza”. Ciò significa in pratica che ogni donna richiedente l’aborto dovrà superare un particolare “esame” teso a verificare le ragioni di tale scelte e altri aspetti della questione. Non entriamo qui nella disputa se l’aborto sia o no un “diritto” della donna, perché in ogni caso la proposta di legge ricordata è particolarmente odiosa perché offende la privacy della donna stessa: quando una donna arriva alla scelta, ha già valutato le diverse opzioni e non ha affatto bisogno di essere ulteriormente “aiutata” al riguardo: “aiuto” che alla fine comporta (se va bene) una qualche forma di colpevolizzazione o anche di coartazione della scelta. Riconosciamo che il voto democratico orienti le scelte politiche in modo significativo al punto da cambiare anche alcuni stili di vita, ma non può intaccare i diritti fondamentali come quello circa la libera scelta se interrompere o continuare una gravidanza garantito dalla legge 194/78. È preoccupante dover rilevare come subito all’indomani del voto, già si sia cominciato con proposte in netto contrasto coi diritti fondamentali acquisiti e garantiti della L. 194/78. Il Parlamento sovrano ha la facoltà di modificare o abolire la Legge, ove questa fosse carente o inadatta: ma è scorretto intervenire con misure che violano la libertà di scelta della donna.  La Consulta di Bioetica auspica che tentativi così pacchiani di violazione dei diritti elementari delle donne vengano ritirati subito, e che non siano ripetuti in altri ambiti. Carlo Bulletti Corrado Melega Consulta di Bioetica, Sezione di Bologna

Comunicato stampa: ANCHE LA REPUBBLICA DI SAN MARINO LEGALIZZA L’ABORTO

Torino, 5 settembre 2022 COMUNICATO STAMPA 6-2022 ANCHE LA REPUBBLICA DI SAN MARINO LEGALIZZA L’ABORTO: I DIRITTI RIPRODUTTIVI CRESCONO. E L’ITALIA CHE ASPETTA A MIGLIORARE LA 194/78? Nel giugno scorso la sentenza Dobbs della Corte Suprema americana ha de-costituzionalizzato il diritto di aborto negli Stati Uniti rimandando ai singoli Stati dell’unione la decisione al riguardo, ma nel mondo l’affermazione dei “diritti riproduttivi” è in continua crescita ed è facile che presto se ne avranno conferme ufficiali. Un ulteriore passo nella direzione indicata è stato compiuto dalla Repubblica di San Marino, che il 31 agosto 2022 con 32 voti a favore, 7 contrari, 10 astenuti (e 11 assenti) ha approvato una legge che consente l’aborto (sia farmacologico che chirurgico) fino alla 12a settimana “senza obbligo di fornire alcuna motivazione”, e dopo tale periodo solo ove vi sia pericolo di vita per la donna o anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna, senza alcuna specificazione del termine ultimo. C’è l’obbligo di un passaggio in via telematica o fisica in consultorio, ma anche l’obbligo della struttura sanitaria di garantire il servizio anche attivando appositi contratti con non-obiettori, così da limitare l’eventuale impatto dell’obiezione di coscienza. Inoltre, è stato cassato un emendamento che avrebbe portato a considerare l’aborto come scelta “in estrema ratio” per riaffermare con forza l’autodeterminazione della donna. San Marino è un piccolo Stato, ma significativo è il fatto che lo scorso anno (settembre 2021) in un Referendum sul tema il 77,30% dei votanti (14.559) si sia espresso a favore dell’aborto: risultato che ha sorpreso anche il vescovo di San Marino Andrea Turazzi: “Francamente non mi aspettavo un esito così clamorosamente sbilanciato”. Quel voto che ora ha preso corpo in una legge avanzata e ben congegnata. Viene da chiedersi se anche da noi, in Italia, non sia giunto il tempo di migliorare l’esercizio dei diritti riproduttivi almeno trovando forme per contrastare le difficoltà create dall’obiezione di coscienza. Maurizio Mori Presidente   Leggi anche l’articolo di Giuliana Vendola uscito su Il Quotidiano Italiano

Comunicato stampa: ABORTO LIBERO E GARANTITO!

Torino, 24 giugno 2022 COMUNICATO STAMPA 5-2022 RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE PER FAVORIRE UNA NUOVA FIORITURA DEI DIRITTI CIVILI, A PARTIRE DA QUELLI RIPRODUTTIVI ASSICURANDO IN PRIMIS L’ABORTO LIBERO E GARANTITO! La nuova sentenza Dobbs (2022) della Corte Suprema sull’aborto è l’analogo del Congresso di Vienna (1895): la neo-restaurazione bioetica voluta dal populismo reazionario è contro la storia e non ha futuro! (Anche se approfitta della “distrazione” progressista).

Comunicato stampa: L’EUTANASIA È UNA FORMA DI “CURA”

Torino, 24 febbraio 2022 COMUNICATO STAMPA 3-2022 L’EUTANASIA È UNA FORMA DI “CURA”  PERCHÉ TOGLIE IL PAZIENTE DALLA CONDIZIONE INFERNALE. UNA RISPOSTA AL CENTRO DI BIOETICA LUCANO   In un’ampia intervista al giornale “La Nuova del Sud” il Direttore del Centro di Bioetica Lucano Rocco Gentile ha dichiarato che l’eutanasia è un atto che annienta la cura, quindi ha approvato la bocciatura del Referendum.  Senza entrare nel merito della decisione della Corte Costituzionale sul Referendum, che solleva problemi diversi, si vuole qui criticare la tesi centrale sostenuta da Rocco Gentile, ossia che l’eutanasia sia una richiesta di morte sic et simpliciter. Questa caratterizzazione dell’eutanasia è ingenerosa e inadeguata, perché ignora la premessa fondamentale della richiesta eutanasica, ossia lo stato di irreversibile sofferenza esistenziale che la genera. Chi chiede l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita non lo fa né per mero capriccio né come esito di una temporanea e passeggera difficoltà psicologica, ma perché è afflitto da estrema, disperata e ineluttabile sofferenza. È questa ciò che muove il paziente a chiedere l’eutanasia.  Omettere la grave e infernale sofferenza che sta alla base della domanda eutanasica è capzioso e inquina un dibattito che, su questi temi tanto delicati, dovrebbe essere attento ed equanime. Dunque, se l’eutanasia viene richiesta da un paziente che versa in una condizione irreversibile di malattia, perseverare con il principio di cura a tutti costi significa rispettare il paziente oppure accanirsi sulla sua sofferenza? Chi sostiene la necessità di dover curare a tutti i costi e fino alla fine lo fa, spesso, sulla base di due convinzioni: la prima è che la vita sia sacra e pertanto indisponibile; la seconda è che la funzione di cura del medico debba prevalere sulla volontà del paziente. Ora, l’idea della sacralità e indisponibilità della vita deriva da un convincimento religioso, che è ben lontano dall’essere un principio universalmente condiviso. Vietare l’eutanasia sulla base di una convinzione religiosa e personale comporta un’ingiustizia ai danni di coloro che non condividono la medesima convinzione. Approvare l’eutanasia, viceversa, non significa imporne la pratica a chi la disapprova, bensì rispettare la volontà di quelle persone che non riescono più a sopportare il peso di una sofferenza che non conoscerà mai sollievo. In altri termini, vietare l’eutanasia riduce le libertà dei singoli; approvarla, invece, significa offrire una possibilità in più a coloro che avvertono l’insopprimibile necessità di porre fine a un dolore destinato a perpetuarsi. Questa posizione, tra l’altro, risulta essere conforme al dettato della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, che recita: «Se, infatti, il fondamentale rilievo del valore della vita non esclude l’obbligo di rispettare la decisione del malato di porre fine alla propria esistenza tramite l’interruzione dei trattamenti sanitari – anche quando ciò richieda una condotta attiva, almeno sul piano naturalistico, da parte di terzi (quale il distacco o lo spegnimento di un macchinario, accompagnato dalla somministrazione di una sedazione profonda continua e di una terapia del dolore) – non vi è ragione per la quale il medesimo valore debba tradursi in un ostacolo assoluto, penalmente presidiato, all’accoglimento della richiesta del malato di un aiuto che valga a sottrarlo al decorso più lento conseguente all’anzidetta interruzione dei presidi di sostegno vitale.». In secondo ordine, ritenere la funzione di cura del medico prioritaria rispetto alla libertà di scelta del paziente è il frutto di una interpretazione arcaica, gerarchica e ampiamente superata della relazione medico-paziente, per cui il primo sarebbe depositario e custode della vita del secondo. Lo sforzo verso cui muove la medicina odierna è invece quello di stabilire una orizzontalità nel rapporto, per cui il medico risponde alla richiesta di cura del paziente, ma non la impone contro la sua volontà né vicaria le scelte di vita del paziente sulla base di convincimenti del tutto personali. Ecco, finché il dibattito sul fine-vita resterà ancorato a posizioni dogmatiche − che non tengono conto dell’evoluzione della relazione medico-paziente e del mutato contesto storico, dominato dal pluralismo morale − sarà difficile produrre importanti passi in avanti. L’auspicio, ad oggi, è che il Parlamento suturi il gap che lo distanzia dalla cosiddetta “vita reale” e colga la necessità, sempre più impellente, di legiferare a favore della morte medicalmente assistita per consentire a chi patisce una sofferenza grave e irreversibile di trovare pace, quando è impossibilitato a farlo da sé. Alessia Araneo Coordinatrice Sezione Lucana Maurizio Mori Presidente Consulta di Bioetica Onlus   Leggi anche: https://www.basnews.it/una-risposta-al-centro-di-bioetica-lucano/        

Comunicato Stampa: Papa Francesco: insistere contro l’eutanasia è controproducente e ostacola lo sviluppo dell’etica e della libertà di tutti!

COMUNICATO STAMPA 2-2022 Papa Francesco: insistere contro l’eutanasia è controproducente e ostacola lo sviluppo dell’etica e della libertà di tutti! Gli italiani reagiranno con orgoglio all’inaccettabile ingerenza attuata proprio  mentre il Parlamento si accinge a discutere la proposta di legge sul tema

Comunicato Stampa: PERCHÉ VA RIPENSATO IL CODICE ETICO DI PRIORITÀ IN CASO DI SCELTA TRAGICA: UN CONTRIBUTO ALLA RIFLESSIONE.

PERCHÉ VA RIPENSATO IL CODICE ETICO DI PRIORITÀ IN CASO DI SCELTA TRAGICA: UN CONTRIBUTO ALLA RIFLESSIONE. Torino, 17 gennaio 2022 Siamo nel mezzo della quarta ondata Covid-19, e per ora sembra che ce la si possa fare a superare il picco senza troppe difficoltà: qualcuna c’è stata, ma poca cosa rispetto al passato. Mentre tutti auspichiamo il meglio, non sappiamo esattamente come evolverà la situazione, e il primo interrogativo da porsi riguarda se sia opportuno o no chiedersi che cosa è giusto fare qualora si verificasse la soluzione peggiore. C’è chi dice che non va bene esplorare simili ipotesi di scuola, perché così facendo si può creare sconcerto o altre reazioni sconvenienti.

Comunicato stampa: MA FRANCESCO, PAPA DI ROMA, SA QUEL CHE DICE?

COMUNICATO STAMPA 8-2021 QUANTO HA DETTO SU ABORTO E EUTANASIA ‘NASCOSTA’ È OFFENSIVO DEGLI OPERATORI SANITARI, UCCIDE LA COMUNICAZIONE E SVILISCE LO STESSO RUOLO ISTITUZIONALE   Ma il papa di Roma Francesco sa quel che dice? Quanto affermato dal Papa di Roma nel suo discorso alla Pontificia Accademia per la Vita del 27 settembre 2021, poco dopo il successo del Referendum di San Marino per legalizzare l’aborto in quel paese, sbalordisce e lascia increduli. 

Comunicato Stampa: CON MAGGIORANZA SCHIACCIANTE ANCHE SAN MARINO LEGALIZZA L’ABORTO

COMUNICATO STAMPA 7-2021 CON MAGGIORANZA SCHIACCIANTE ANCHE SAN MARINO LEGALIZZA L’ABORTO: la Waterloo dell’etica della sacralità della vita San Marino è uno Stato piccolo ma il voto al Referendum ha un significato estremamente grande! La vittoria del Referendum per legalizzare l’aborto è un risultato eccezionale, sia perché scompare uno degli ultimi baluardi del divieto d’aborto in Europa (i rimanenti sono Malta, Andorra, e Vaticano) sia perché la maggioranza è stata schiacciante: 77,3% contro 22,7%.