Storia della Consulta di Bioetica

Renato Boeri, fondatore della Consulta di Bioetica

La Consulta di Bioetica, fondata nel 1989 dal neurologo Renato Boeri, è un’associazione di cittadini di diversa formazione e di differente orientamento politico ed etico: per statuto, essa è infatti apartitica e non legata ad alcuna confessione religiosa.

Tra i suoi soci la Consulta di Bioetica conta autorevoli medici (come Mario Riccio e l’ex presidente Carlo Alberto Defanti), filosofi (tra cui Eugenio LecaldanoDemetrio NeriCarlo Augusto Viano, e l’attuale presidente Maurizio Mori), oltre a giuristi, operatori sanitari, studenti e cittadini interessati a seguire e promuovere il dibattito razionale e laico sulla bioetica.

Tra i Socio onorari della Consulta di Bioetica ricordiamo Carlo Flamigni, uno dei massimi esperti della fecondazione assistita e della riproduzione e della contraccezione, e Beppino Englaro, la cui lunga battaglia per il rispetto dei diritti e della volontà della figlia Eluana è stata sostenuta sul piano culturale dalla Consulta di Bioetica da molto prima che la vicenda assumesse risonanza a livello mediatico, anche attraverso convegni, sit-in e pubblicazioni che hanno contribuito a diffondere il dibattito sul tema del rispetto della volontà delle persone nelle ultime fasi della vita.

La Consulta di Bioetica promuove lo sviluppo del dibattito laico e razionale sui problemi etici nel campo della medicina e delle scienze biologiche, in un’ottica pluralistica di rispetto delle diverse concezioni di valore. La Consulta di Bioetica è stata la prima associazione in Italia a proporre e promuovere, sin dal 1990, la Carta di autodeterminazione (o “Biocard“), un documento che mira a garantire il rispetto dell’autonomia delle persone nelle ultime fasi della vita, e che si è rivelato pioneristico nel nostro Paese alla luce del dibattito etico e politico attualmente in corso sul testamento biologico.

La Consulta di Bioetica è aperta a tutti i cittadini che vogliono dare il proprio sostegno allo sviluppo di una bioetica laica e pluralistica in Italia, mettendo a disposizione capacità intellettuali e professionali, nonché contributi economici.

L’attività culturale della Consulta si regge infatti esclusivamente sul contributo economico dei soci, sulle quote derivanti dalle donazioni tramite 5 per mille, sugli abbonamenti alla rivista Bioetica. Rivista interdisciplinare, che è la pubblicazione scientifica ufficiale della Consulta di Bioetica, e sulle elargizioni liberali.

Uberto Scarpelli, uno dei “padri” della Consulta di Bioetica

In particolare, da anni la Consulta si avvale del prezioso contributo della Fondazione Ravasi di Milano, in collaborazione con la quale è stato avviato il progetto “Biocard” e sono stati pubblicati due volumi che raccolgono gli atti di altrettanti convegni organizzati sul tema dell’autodeterminazione alla fine della vita e della dignità del morire.

In quanto Onlus, la Consulta di Bioetica destina la totalità di tali risorse alla promozione culturale e a perseguire i propri fini statutari.