Comunicato Stampa: BASTA PREGIUDIZI IDEOLOGICI!

IN DIFESA DELL’USO OCULATO DELLA TRIPTORELINA

 

Alcuni giornali di oggi, mercoledì 6 marzo 2019, titolano “L’identità di genere diventa un’opinione” (Il Foglio), “Ci costringono a pagare il farmaco che fa cambiare sesso ai ragazzini” (La Verità), “Fanno propaganda sulla pelle dei ragazzini” (La Verità), “Via libera al «farmaco gender»” (Avvenire), con pesanti critiche al Comitato Nazionale per la Bioetica che il 23 luglio 2018 aveva approvato l’uso off-label della triptorelina, un farmaco in origine antitumorale, che blocca lo sviluppo sessuale e può essere opportuno per quei giovani con disforia di genere, ossia che presentano incertezze circa l’appartenenza al genere. Così Avvenire titola “Quel «sì » paradossale del CNB”, e La Verità “«Letteratura carente». Il comitato di bioetica approva con molti dubbi”, con una relazione che sarebbe “zeppa di perplessità, sia deontologiche sia di natura clinica”.

Lo spunto di tale duro attacco è fornito dalla pubblicazione in GU lo scorso 25 febbraio della decisione dell’AIFA che conclude il lungo iter di valutazione circa l’uso della triptorelina che ora è dispensata dal Servizio Sanitario Nazionale per i rari casi presentati. A rincarare la dose, anche un Comunicato congiunto tra l’Associazione Scienza & Vita e il Centro Studi Livatino che, dopo aver elencato presunte perplessità cliniche, si rivolgono a Governo e Parlamento chiedendo se “condividono che una materia talmente delicata, che coinvolge i minori e la salute, sia lasciata a scelte meramente amministrative, senza una «trasparente» e ragionata ponderazione dei diritti e dei beni coinvolti”.

La Consulta di Bioetica Onlus ribadisce quanto già affermato nel Comunicato del 25 luglio 2018, ossia che il CNB ha “preso una decisione molto saggia nell’esprimere parere favorevole a un cauto e prudente uso della triptorelina, un farmaco che può consentire più tempo per la decisione su scelte difficili per giovani con disforia di genere”. Rimandando a quel Comunicato per altri dettagli, la Consulta ora ribadisce che:

  1. la triptorelina era farmaco già sul libero mercato, e quindi a disposizione di chi avesse le risorse finanziarie per procurarsela: riservarne la dispensa al SSN è fattore che evita discriminazioni di censo e previene possibili e pericolose forme di auto-medicazione;
  2. che il CNB non ha affatto preso posizione sulle questioni generali circa il genere, ma si è limitato a prendere in considerazione i pochi e gravi casi specifici, verso i quali ha ritenuto si dovesse procedere con prudenza e cautela al fine di evitare disastri, prevedendo che essi siano scrupolosamente seguiti da équipe apposite;
  3. che tutti gli scienziati auditi hanno garantito la “sicurezza” del farmaco, per cui le critiche al riguardo sono dettate da pregiudizi ideologici. Colpisce come ormai si critichi il farmaco nascondendosi dietro riserve cliniche, invece di mettere in campo le cosiddette “obiezioni etiche”: segno che sono ormai diventate improponibili. Si ripete così quanto già seguito con la pillola anticoncezionale: dopo l’accettazione morale della contraccezione, si è cercato di  contrastarla dicendo che era dannosa per la salute;
  4. che le obiezioni accampate contro l’uso off-label sono riduttive: sul piano scientifico non basta qualche voce dissidente per squalificare tesi scientifiche consolidate; sul piano culturale sembra che le critiche ideologiche generalizzanti proposte siano avanzate al solo scopo di alimentare la guerra culturale, invece che risolvere le serie difficoltà che coinvolgono i giovani in questione;
  5. che è scorretto insinuare che la decisione circa l’uso off-label della triptorelina nei casi specifici sia stata lasciata “a scelte meramente amministrative” come se l’approvazione fosse  frutto di passacarte. A leggere il Parere del CNB e gli altri documenti si evince invece che le questioni sul tappeto sono state attentamente approfondite e vagliate con cura! È frutto quindi di semplificazione culturale insistere nel dire che sarebbe mancata “una «trasparente» e ragionata ponderazione dei diritti e dei beni coinvolti”. Stiano tranquilli gli sparuti oppositori della triptorelina: il dissenso di minoranza è legittimo e a volte può anche essere costruttivo, ma è irricevibile l’attacco fazioso che tende a gettare fango sulle istituzioni scientifiche di garanzia.

La Consulta di Bioetica Onlus ribadisce il positivo contributo dato dal CNB all’uso oculato della triptorelina e si rallegra che ora il processo sia giunto a conclusione.

Maurizio MORI
Presidente

 

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